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Doppio ok a manovra e correzioni

di Dino Pesole

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31 luglio 2009

Approvazione del decreto correttivo da parte del Consiglio dei ministri oggi (o al massimo domani), contestualmente al via libera definitivo da parte del Senato alla manovra anti-crisi. Perfezionato l'iter, i due documenti saranno trasmessi in contemporanea al Colle, come richiesto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il precedente, espressamente evocato dal Quirinale, è quello della Finanziaria 2007, promulgata contestualmente ad un decreto che ne aboliva un comma (il 1343, articolo 1). La promulgazione del Ddl di conversione del decreto anti-crisi e l'autorizzazione alla promulgazione del decreto correttivo avverranno a quel punto in contemporanea nel corso della prossima settimana. Alla ripresa dopo la pausa estiva, il Parlamento disporrà di poco meno di un mese (la Camera è convocata il 14 settembre), per convertire in legge il nuovo decreto. Tempi stretti, ma sufficienti per un provvedimento di pochi articoli.

Dopo una giornata di fitte consultazioni all'interno del governo, è questa la strada individuata per venire a capo del complesso intreccio normativo e politico che si è determinato nelle ultime ore. Le correzioni al decreto anti-crisi riguardano l'articolo 4 relativo alle attribuzioni del ministero dell'Ambiente in materia di energia (si ripristina il "concerto" per l'autorizzazione a nuove centrali), e la norma sulla "stretta" sui poteri della Corte dei Conti per quel che riguarda le indagini per danno erariale, che sarà riformulata.
Niente cambi invece sulla questione della tassazione delle plusvalenze sull'oro della Banca d'Italia. Sul tema è intervenuto di nuovo il ministro Tremonti: «Siamo sicuri che l'oro è della Banca d'Italia?» si è chiesto per poi rispondere «quell'oro è dei contribuenti». Questione che attiene ai rapporti con la Bce, che ha criticato il dispositivo contenuto nel decreto, con un parere «non ostativo» in cui si segnala tra l'altro il rischio che la misura possa ledere l'autonomia finanziaria della Banca d'Italia. «Ogni azione del Governo - ha assicurato Tremonti - non andrà al di fuori dell'architettura costituzionale e dell'Eurosistema e sarà compiuta con il consenso della Banca d'Italia e della Bce».

In discussione sono altresì correttivi allo scudo fiscale (sollecitati anch'essi dal Quirinale), con una più esplicita esclusione dall'intera operazione per quel che concerne i procedimenti in corso. Verrebbe in ogni caso mantenuto l'anonimato. Infine, la norma relativa alle nomine per la Società Ponte Stretto di Messina.
I rischi legati a una terza lettura alla Camera, che comunque sarebbe stata impegnata nella conversione in legge di un provvedimento così rilevante con i deputati già virtualmente in vacanza, oltre alle incognite politiche legate alle tensioni che attraversano la maggioranza, hanno indotto il Governo a scegliere la via del decreto correttivo. Napolitano non è ovviamente entrato nel merito del veicolo normativo, scelta che rientra nella piena facoltà dell'Esecutivo, tuttavia ha fatto presente che i correttivi non avrebbero potuto che essere contestuali all'approvazione del decreto anti-crisi all'esame del Senato che si andava appunto a correggere. Da qui l'oggettiva difficoltà a individuare la strada più lineare, senza causare strappi istituzionali e forzature. In poche parole, con la promulgazione contestuale, è esclusa la possibilità che le norme ritoccate possano entrare in vigore.

Sull'intera procedura è insorta l'opposizione: «È la degna conclusione di un pasticcio incredibile di cui fanno le spese gli italiani», ha commentato Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato.

Le commissioni Finanze e Bilancio hanno esaminato e votato fino a tarda sera i 270 emendamenti al testo presentati dalle opposizioni. Il decreto è già in calendario per questa mattina in aula, e il voto finale con fiducia è atteso appunto nel tardo pomeriggio o al massimo domani mattina. Su alcune delle misure portanti del provvedimento arrivano i rilievi del Servizio del Bilancio del Senato. Per quel che riguarda lo scudo fiscale, il rischio è si vanifichino «gli effetti di deterrenza delle misure anti-evasione», e sarebbe auspicabile che il Governo valutasse «l'effettiva portata finanziaria della norma». Chiarimenti vengono sollecitati anche sui presupposti per il rientro di attività finanziarie e patrimoniali detenute all'estero. Quanto alle maggiori entrate previste dalla tassazione delle plusvalenze sull'oro non industriale di Bankitalia, la copertura viene giudicata «di dubbia validità».

31 luglio 2009
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